Frammenti di plastica che si ritrovano in ambiente, insolubili in acqua, di dimensioni comprese tra 1 e 1000 micrometri, sono definiti microplastiche proprio per le loro piccolissime dimensioni.
L’inquinamento da plastica è oggi una delle maggiori preoccupazioni globali con diversi milioni di particelle di microplastica che entrano ogni giorno negli ecosistemi di acqua dolce. Le fonti di microplastiche in acqua dolce non sono ancora ben comprese, anche se sappiamo che enormi quantità di plastica fuoriescono dalle discariche, provenienti dal riciclo o trattamento dei rifiuti o da altre attività antropiche, anche normali, quali i trattamenti dei tessuti sintetici come il lavaggio. Queste entrano nell’ambiente, dove si accumulano, in particolare negli habitat acquatici come i laghi.
Obiettivi e metodologie per la valutazione degli effetti delle microplastiche sulla salute umana
Lo studio, definito in collaborazione con Rotary 2024, è propedeutico alla valutazione degli effetti sulla salute umana. Obiettivo principale è definire lo stato di contaminazione delle acque lacustri, basato sulla collaborazione con le scuole: i campionamenti saranno affidati a bambini/ragazzi che, correttamente equipaggiati di dispositivi di protezione individuali, e accompagnati, raccoglieranno dei campioni. Questi, poi, saranno analizzati presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
Il primo risultato atteso è la partecipazione delle scuole, dei bambini, al campionamento delle “proprie” acque. Step fondamentale per la introduzione alla conoscenza dell’inquinamento ambientale e dei suoi problemi.
Lo studio comparato dei diversi campioni raccolti sarà fondamentale per definire la natura e l’entità della presenza di questo inquinante emergente nei diversi comparti idrici locali. L’analisi integrata dei diversi corpi idrici permetterà quindi la definizione della provenienza delle microplastiche rilevate e fornirà dati per prevedere il loro spostamento nell’ambiente acquatico nel breve/medio periodo.
MICROPLASTICHE E SALUTE DELL’UOMO: QUALI GLI EFFETTI DI QUESTO INQUINAMENTO?
I possibili effetti dell’esposizione alle micro e nanoplastiche sulla salute dell’uomo non sono ancora noti. L’interesse verso questo tema è sempre più grande, come dimostra il numero crescente di pubblicazioni scientifiche, che è passato da 18 nel 2009 a 1436 nel 2019.
Resta ancora però molto lavoro da fare. A questo proposito, nel Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare sono in corso diversi studi il cui obiettivo principale è quello di chiarire i meccanismi con cui l’accumulo negli organi o nei tessuti derivato dall’ingestione delle micro e nanoplastiche può causare effetti tossici e favorire l’insorgenza di alcune patologie. Particolare attenzione è rivolta a quelle malattie causate dalla formazione e dall’accumulo di aggregati proteici tossici note con il nome di amiloidosi, come l’Alzheimer, il Parkinson, l’Huntington, la sclerosi laterale amiotrofica familiare e, anche se più rare, le amiloidosi sistemiche. Queste malattie rappresentano un gruppo eterogeneo di patologie causate da proteine che normalmente sono presenti nel nostro organismo e che, per ragioni ancora non note, ad un certo punto assumono una conformazione diversa da quella nativa. Questa alterazione strutturale favorisce il reclutamento di altre proteine e la formazione di filamenti ed eventualmente di aggregati fibrillari tossici. Non è escluso che le micro e nanoplastiche, accumulandosi nei vari organi, anche a livello del sistema nervoso centrale, possano innescare il cambio conformazionale di alcune proteine favorendo così l’insorgenza di amiloidosi.
Carlotta Franchi- Dipartimento di Neuroscienze – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS
Enrico Davoli – Dipartimento Ambiente e Salute- Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS
Luisa Diomede – Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS
Raffaella Gatta – Content manager – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS